Konrad Steffen, detto Koni, è tragicamente scomparso lunedì 10 agosto, in un incidente in Groenlandia. Il ricercatore svizzero, 68 anni, era considerato tra i maggiori studiosi del cambiamento climatico, una vera istituzione fra gli scienziati: con le sue ricerche aveva sensibilizzato i grandi del pianeta su quanto stava accadendo al clima della Terra.
La notizia è stata diffusa soltanto nella mattinata del 12 agosto 2020
Il rinomato glaciologo si trovava in Groenlandia presso la stazione meteorologica conosciuta come Swiss Camp, che lui stesso aveva contribuito a fondare nel 1990, adesso a rischio per via dello scioglimento dei ghiacci intorno al suo perimetro. Proprio per valutare i danni alla struttura del cosiddetto Campo Svizzero, Steffen aveva scelto di recarsi in Groenlandia e, ironia della sorte, proprio qui è rimasto ucciso, precipitando in un profondo crepaccio a circa 100 metri dal campo, ovviamente a causa dell'improvviso cedimento del ghiaccio.
Le prime informazioni arrivate alla stampa riferiscono di una dinamica dell’incidente drammatica quanto semplice: Steffen si trovava a circa 100 metri dalla base, insieme al figlio Simon, quando il ghiaccio sotto di lui ha ceduto facendolo precipitare nel vuoto. Per quello che è dato sapere, il suo corpo non è stato ancora ritrovato, le ricerche sono state fermate dopo circa 48 ore dall’incidente: è possibile che ogni tentativo di recuperare la salma si riveli inutile.
Koni è stato infatti definito ufficialmente disperso e non si ritiene possa essere ritrovato vivo, così come appare complesso il recupero del suo corpo.
Anche una troupe di SkyTg24 si trovava con lui in Groenlandia: avrebbe dovuto girare un documentario sulla calotta glaciale groenlandese.
Chi era Koni
Konrad Steffen, 68 anni, ha avuto una carriera di successo come scienziato: dopo il dottorato nel 1984, ha insegnato all'Università di Boulder, in Colorado, e, dal 2012, è stato anche professore di ricerca sul clima e sulla criosfera presso il Federal Institutes of Technology di Zurigo e Losanna, ricoprendo l’incarico di direttore dell’Istituto Federale svizzero per le foreste, la neve e il paesaggio. La nomina era arrivata dopo una lunga carriera di professore universitario svolta per lo più in importanti atenei negli Usa e in Svizzera. Da ormai 40 anni era un’istituzione nel campo che studia e cerca di prevenire lo scioglimento dei ghiacci.
Lo Swiss Camp, fondato proprio da lui, è stato negli ultimi 20 anni un punto strategico per la ricerca scientifica internazionale sui cambiamenti climatici in Artico: una fucina di dati di valore strategico e inestimabile per l'analisi del Global Warming.
Questa «Avrebbe dovuto essere l'ultima estate di Konrad Steffen nello Swiss Camp in Groenlandia, pronto a passare la mano ma forse sarà la fine» di questa stazione di ricerca remota fra i ghiacci della Groenlandia.
«Con la morte di Steffen, abbiamo perso un collega straordinariamente gentile e impegnato» ha commentato Michael Hengartner, presidente del consiglio di amministrazione dell'Istituto federale di tecnologia Eth di Zurigo