Secondo quanto riportato dal sito Wired, negli ultimo anno l'interesse per la Groenlandia è in fortissimo aumento. I tour operator specializzati nell’organizzazione di escursioni e spedizioni tra i ghiacci e le montagne della Groenlandia, hanno visto aumentare le visite sui siti internet a tema artico di circa il 240%. Al empo stesso i responsabili di VisitGroenland.com, il sito governativo, hanno dichiarato che nel solo mese di agosto 2019, il numero di visitatori e utenti interessati ad avere informazioni di viaggio è più che decuplicato.
In Italia tra i principali operatori che da tempo programmano questa destinazione figurano 4Winds, i Viaggi di Maurizio Levi, e i Viaggi dell’Elefante. I numeri sono per tutti in aumento e il boom di richieste non sembra infastidire i 16mila abitanti di Nuuk, la capitale della Groenlandia: negli ultimi due anni sono state aperte molte nuove attività commerciali, ristoranti e addirittura è stato inaugurato un centro commerciale per assicurare ai turisti servizi di maggior qualità
Ma perchè tutto questo interesse per la Groenlandia?
Probabilmente è una questione di pubblicità.
Il dramma dello scioglimento dei ghiacci ha paradossalmente reso la remota e inaccessibile Groenlandia, una superstar turistica.
In seguito alla pubblicità mediatica ricevuta dal presidente Usa, Donald Trump, che qualche mese fa ha dichiarato l’intenzione di volerla acquistare. Non a caso son proprio gli americani ad essere i maggiori visitatori della meta. Questo ha reso la Groenlandia una attrattiva golosa per i turisti e ha causato un vero e proprio boom di prenotazioni e richieste di informazioni.
Per il regno danese, inoltre, questo scioglimento dei ghiacci potrebbe essere di gran lunga la più grande opportunità della sua storia: Copenaghen ogni anno finanzia con circa 500 milioni di euro il mantenimento della macchina amministrativa dell’isola artica. Dare il via alle trivellazioni e allo sfruttamento delle concessioni delle risorse naturali sta diventando un punto fondamentale del rapporto Danimarca Groenlandia. Dai calcoli fatti basterebbe concedere l’utilizzo della miniera del Kvanefjeld, la più grande miniera di uranio del nostro pianeta, per ripagare abbondantemente tutti i sussidi che i danesi concedono annualmente. Tuttavia gli Inuit non sono d’accordo e, dopo 2 secoli di appartenenza al piccolo regno nordico, a Nuuk, la capitale della Groenlandia, si intona già a gran voce la parola “Greenxit”. Queste dinamiche indipendentiste hanno avuto un’involuzione nell'aprile 2018, quando in seguito alle elezioni tenutesi nell’isola è salita al potere una coalizione che come programma di governo propugna il distacco da Copenaghen.
Ed è proprio parlando di soldi che le risorse naturali di cui è ricca l’isola, ma per cui non ha i mezzi per lo sfruttamento, entrano in gioco.
Ora il punto fondamentale è se il turismo intensivo e lo sfruttamento del sottosuolo possano collimare con la tutela dell'ambiente.
Questo sarà un punto fondamentale e da approfondire.